Giulio Sapelli

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Giulio Sapelli (Torino, 11 marzo 1947[1]) è un economista, storico e dirigente d'azienda italiano[2][3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il diploma tecnico e magistrale[4], laureato in Economia con una tesi in storia economica presso l'Università degli Studi di Torino nel 1971, ha conseguito la specializzazione in Ergonomia nel 1972. Ha insegnato e svolto attività di ricerca presso la London School of Economics and Political Science nel 1992-1993 e nel 1995-1996, nonché presso l'Università autonoma di Barcellona nel 1988-1989 e l'Università di Buenos Aires[2]. È stato professore ordinario di Storia economica presso l'Università degli Studi di Milano,[5] dove insegnava anche Economia politica e Analisi culturale dei processi organizzativi.

Ha lavorato con compiti di ricerca, formazione e consulenza presso l'Olivetti e l'Eni[2]. Ha svolto incarichi consulenziali presso numerose altre aziende. Dal 1996 al 2002 è stato Consigliere di Amministrazione dell'Eni. Dal 2000 al 2001 è stato Consigliere Governativo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Dal 2002 al 2009 è stato Consigliere di Amministrazione di UniCredit Banca d'Impresa[6].

Ha fatto parte di diversi comitati scientifici di imprese, fondazioni e istituti. Dal 1993 al 1995 è stato il rappresentante italiano di Transparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica. Dal 2002 è tra i componenti del World Petroleum Council, un'organizzazione internazionale non governativa con lo scopo di promuovere l'uso e la gestione sostenibile delle risorse petrolifere mondiali.[7] Dal 2003 fa parte dell'International Board per il no-profit dell'OCSE. È collaboratore delle testate Corriere della Sera e IlSussidiario.net.

Nel maggio 2018 il suo nome viene annoverato dai mezzi d'informazione tra quelli potenzialmente indicabili per la carica di presidente del consiglio dei ministri da Lega e Movimento 5 Stelle[8], all'epoca impegnati nelle trattative per formare il primo governo della XVIII legislatura della Repubblica Italiana. Sapelli successivamente conferma di essere stato contattato dai due partiti, ai quali avrebbe dato la sua disponibilità ad accettare l'incarico (giudicando "un buon programma" quello propostogli), ponendo come unica condizione la nomina di Domenico Siniscalco al ministero dell'economia e delle finanze. La proposta non trova però attuazione[9].

Il 3 dicembre 2018 è stato nominato vicepresidente del gruppo bancario Banca Popolare di Bari, su delibera del relativo consiglio d'amministrazione; lascia la carica l'8 gennaio seguente[10].

Da Maggio 2021 è Presidente della Fondazione Germozzi di Confartigianato Imprese

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Dell'Arti, Biografia di Giulio Sapelli, su cinquantamila.it, 19 agosto 2014. URL consultato il 14 maggio 2018.
  2. ^ a b c Biografia di Giulio Sapelli, Qui Finanza, 17 febbraio 2024. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  3. ^ Giulio Sapelli. "Le privatizzazioni per fare cassa non hanno mai fatto bene al Paese", Huffington Post, 20 Gennaio 2024. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  4. ^ tpi.it, https://www.tpi.it/economia/draghi-neoliberista-intervista-giulio-sapelli-20210608793175/.
  5. ^ Scheda docente - Giulio Sapelli, su studiumanistici.unimi.it. URL consultato il 14 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2018).
  6. ^ Banca Popolare di Bari, si va verso un cambio al vertice: Sapelli al posto di Jacobini, Borderline24, 1º giugno 2019. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  7. ^ (EN) World Petroleum - Introduction, su world-petroleum.org. URL consultato il 15 maggio 2018.
  8. ^ Governo e nodo premier: chi è l'economista Sapelli, Il Messaggero, 14 Maggio 2018. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  9. ^ Chi è Giulio Sapelli, premier mancato: «Mi hanno cercato loro, avranno cambiato idea» - Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 14 maggio 2018.
  10. ^ Banca Popolare di Bari, l’addio con giallo di Giulio Sapelli - neXt quotidiano, su nextquotidiano.it. URL consultato l'8 gennaio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27091055 · ISNI (EN0000 0000 8105 4588 · SBN CFIV008449 · LCCN (ENn79003311 · GND (DE136567444 · BNF (FRcb120833250 (data) · J9U (ENHE987007275292205171 · CONOR.SI (SL17122915 · WorldCat Identities (ENlccn-n79003311